Cuccagna o Torchio?

A cura della Fondazione Milano Policroma
Testo di Riccardo Tammaro

Chi conosce la Fondazione Milano Policroma sa che, da vent'anni a questa parte, svolge attività di ricerca e documentazione milanese. Bene, nel caso del presente argomento, non c'è stato bisogno di fare grandi ricerche in quanto è venuta a trovarci al giornale Quattro la nipote di uno degli ultimi proprietari della cascina, la simpatica signora Bianca Galli, che ha portato con sè, oltre ai ricordi della sua gioventù, i documenti che ha ottenuto dal catasto, relativi alla cascina che sorge all'angolo tra le vie Cuccagna e Muratori, dove ella è nata.
Ecco allora che quanto descritto qui di seguito viene, oltre che dalle nostre abituali fonti, dalla memoria diretta di una persona che visse i mutamenti dell'edificio in questione, anche quando si trasferì altrove, in quanto, come si può facilmente immaginare, non le venne mai meno l'interesse per il suo luogo natio.
Iniziamo allora dal nome: come suggerito nel titolo, la cascina in questione si chiama Torchio, e non, come è solitamente indicato, Cuccagna. Ciò risulta evidente sia dalle nostre fonti (qualcuno potrà ricordare un articolo scritto molti anni fa su un allora glorioso giornale di zona) sia dalla memoria diretta della signora Galli, sia da una cartina che indica chiaramente come la cascina Cuccagna sorgesse al termine dell'omonima via, e non all'inizio.
La signora ci tiene poi a smentire la storia dell'albero della Cuccagna che ivi sarebbe stato piantato in occasione di una festa popolare: con chiari termini ci ha fatto capire che sua nonna era di tutt'altro avviso per le feste, e che mai e poi mai avrebbe concesso il suo terreno per un albero della cuccagna; questo conferma quanto avevamo in altra occasione affermato, ossia che potrebbe trattarsi di una leggenda; inoltre, essendo cascina Cuccagna in altro luogo, la suddetta leggenda non potrebbe in nessun caso riferirsi alla cascina Torchio.
Un altro aspetto interessante è la successione della costruzione degli edifici: l'ala verso via Muratori, come si può desumere dalle carte d'epoca, fu l'ultima ad essere costruita; ciò risulta anche dai documenti catastali che la signora Galli ci ha gentilmente consegnato, ottenuti al termine di una lunga ricerca negli uffici comunali.
All'interno, il portico di ingresso dell'attuale civico numero 2 di strada della Cuccagna immetteva nella corte tuttora visibile, ad al suo interno si trovava la stanza in cui la nonna cucinava, che conteneva un tipico grande camino. Viene inoltre confermato che il civico numero 4 della stessa strada, dotato di altra entrata indipendente, non era comunicante, pur avendo le finestre sulla corte del numero due; attraverso di esse, si poteva sentire la musica dell'organetto che accompagnava, almeno fino all'inizio della seconda guerra mondiale, i balli familiari organizzati nelle (rare) occasioni di festa.
Nel prossimo numero esamineremo in dettaglio la storia della cascina, così come è stata tramandata fino ad oggi, avvalendoci della memoria e della documentazione della signora Galli che, di nuovo, ringraziamo per il notevole contributo.